Le feste natalizie, purtroppo rappresentano uno dei periodi dell’anno in cui aumenta a dismisura la produzione di rifiuti e un ruolo preponderante è occupato dalle decorazioni.
Leggende, usanze, tradizioni e auspici benaugurali prendono corpo nelle Piante di Natale, splendide forme di vita variopinte che adornano con la loro bellezza naturale strade cittadine e abitazioni.
• L’Albero di Natale è una delle consuetudini più diffuse, che accompagna tutto il periodo festivo, dall’iniziale rituale dell’addobbo realizzato con elementi tra i più svariati (palline, campanelle, pigne, biscotti, popcorn, nastri, luci, candele) sino alla collocazione dei pacchi regalo ai suoi piedi.
Tralasciandone l’origine storica risalente alle popolazioni celtiche, il significato del rinnovarsi della vita e la sua grande diffusione in tutto il mondo nel periodo del dopoguerra, molti dimenticano che si tratta di una Pianta, una forma di Vita, non necessariamente destinata a morire con la fine del periodo festivo.
Per gli irriducibili, che ancora non hanno optato per l’albero sintetico –senz’altro di più facile gestione e comunque preferibile per tutelare l’ambiente- chi ha scelto un albero vero con tanto di radici, sappia che si tratta di abete o conifera sempreverde che, se trattata con le dovute accortezze può vivere a lungo nel proprio giardino e se non è di dimensioni eccessive, anche in un comodo vaso sul terrazzo.
• La Stella di Natale è ormai considerata un “must” irrinunciabile e, che sia nel suo più tradizionale colore rosso acceso o nella più pacata variante bianca, trasmette un fascino particolare.
L’Euphorbia pulcherrima –questo il suo nome scientifico- è originaria del Messico, dove cresce spontanea e può addirittura raggiungere i 4 metri di altezza. A parte il gelo, è molto resistente pertanto può benissimo adattarsi al nostro clima mediterraneo.
Però, spesso molti commettono l’errore di gettarla nei rifiuti a causa della perdita progressiva delle foglie rosse. Invece, se dotata di radici può continuare una lunga e felice vegetazione, e anche senza apparato radicale può comunque essere rinvasata, poiché la riproduzione avviene per talea.
• Il Vischio, un altro simbolo consolidato della tradizione natalizia –in quanto in grado di scacciare gli influssi negativi- finisce inevitabilmente nell’immondizia.
In realtà si tratta di una pianta sempreverde che convive in forma autoparassitaria su numerosi alberi (querce, pioppi, betulle, tigli, salici, meli, peri, mandorli, conifere), diffondendosi in natura grazie ai semi trasportati e dispersi da alcuni uccelli.
Il vischio è di facile coltivazione: è sufficiente lasciar seccare le bacche, estrarre il seme verde al suo interno e “piantarlo” su un albero dopo averne inciso la corteccia. Delle cure riservate all’albero trarrà giovamento anche il vischio che germinerà e crescerà sotto forma di cespuglio.
• L’Agrifoglio –conosciuto anche come pungitopo- è un arbusto dalla crescita spontanea che può raggiungere i 10 metri di altezza.
Le sue foglie di colore verde scuro brillante, a volte variegate di bianco o giallo, a margine spinoso, sono arricchite dalle tipiche bacche rosse simbolo di fortuna e fertilità. Comunemente utilizzato nelle case irlandesi, la sua aura magica si diffuse in tutte le celebrazioni –pagane prima, religiose poi- e purtroppo nei tempi moderni, trovando spazio tra i rifiuti al termine delle feste.
È un vero peccato, poiché si tratta di una pianta resistente la cui moltiplicazione può avvenire in vari modi: per semina dopo aver lasciato seccare le bacche, per talea, per innesto.
Albero di Natale, Stella di Natale, Vischio, Agrifoglio ci accompagnano nel periodo più bello dell’anno, con i loro colori, la simbologia e le tradizioni ad esse legate, non trattiamo questi esseri viventi come inanimate decorazioni natalizie!
Lasciamo che i festeggiamenti continuino anche dopo il 06 gennaio attraverso la vita rigogliosa delle Piante che hanno adornato case e città e possono continuare a farlo se non vengono “condannate a morte” nel cassonetto dei rifiuti!